Vai al contenuto
Home » Blog » Pandemia Canaglia

Pandemia Canaglia

pandemia-canaglia

La mia personale esperienza durante la pandemia

Per raccontarvi l’esperienza durante la “pandemia canaglia” devo necessariamente tornare indietro nel tempo e anticiparvi che, a livello professionale, non me la passavo bene neanche prima del Sars Covid 19.

Il 2019 è stato l’anno della crisi professionale. Ho conosciuto diversi colleghi, alcuni art director in agenzie di successo che dopo una decina di anni…puf hanno mollato. Vero è che nelle agenzie di successo sicuramente la pressione è molto alta e reggerla per dieci anni è forse già una gran cosa.

La mia non era una grande agenzia di successo, una multinazionale americana. Nulla del genere, tuttavia anche io, come i miei colleghi sono stata travolta dalla crisi, nel mio caso, dei dodici anni.

E’ soltanto una delle tante esperienze, spesso simili. Una storia che, come direbbe Stanis La Rochelle, è molto, troppo, italiana.

illustrazioni oroginali a cura di @mokocharacters

Gli anni della formazione e della ricerca

La fame di lavoro in Italia non è mai mancata e da sempre crea drammi di varia natura.

Io appartengo alla classe dei diplomati 2003/2004. Anni in cui esistevano gli istituti professionali, ora inglobati dai licei, come il mio. Istituto Professionale per la Grafica Pubblicitaria.

Erano gli anni in cui per entrare all’Accademia delle Belle Arti bisognava sostenere un esame di sette giorni consecutivi (esame che io per prima ho sostenuto), anni dei fuoricorso di moda, delle ormai finte e inconcludenti manifestazioni.

Erano comunque anni di mille lavori, in cui cercavi subito qualcosa da fare appena finita la scuola, appena compiuti 18 anni. Se eri povero dovevi per forza trovarti qualcosa da fare. E se eri povero molto spesso rinunciavi agli studi in favore di un lavoro e di qualche “certezza” in più.

All’epoca era molto forte il concetto di gavetta. Si lavorava gratis per almeno sei mesi/un anno e poi, se “avevi mostrato il tuo valore”, venivi assunto con contratti fantasiosi o inconsistenti.

illustrazioni oroginali a cura di @mokocharacters

L’approdo al mondo del lavoro

Approdai alla dunp nel 2008, ero molto giovane, povera in canna, inesperta, insicura. Quando mi hanno assunta non stavo nella pelle, un’azienda con una partnership attiva a Londra, diretta da persone giovani che credono nell’arte e nella creatività, che investono sulla crescita dei ragazzi.

La gavetta finì e mi convinsero che il contratto non serviva a niente. Mi dissero, con il contratto non guadagnerai mai il giusto, con la formula che ti proponiamo noi i soldi te li godi e te li metti in tasca.

Capirai, avevo 20 anni non mi sembrava vero avere uno stipendio tutto per me. In più senza contratto non c’erano vincoli di orario e di responsabilità.

Ma come nella migliore delle favole, piano piano, il castello di carta è crollato. Tutte le ambizioni, i sogni, le promesse, le notti perse a sognare il meglio per quell’azienda, hanno lasciato il posto a dinamiche corrotte, molto frequenti negli uffici.

Tutto si è sciolto quando i vent’anni sono diventati trenta, quando mi sono resa conto di aver lavorato tutti quegli anni senza un contratto. Quegli anni che non mi torneranno indietro, ore che non torneranno indietro.

Con questa consapevolezza e l’aggiunta di un clima sempre più pressante e soffocante, responsabilità sempre maggiori e perdita di stima nei confronti della mia azienda, che fu una casa per anni, sono andata via.

illustrazioni oroginali a cura di @mokocharacters

Pandemia, crisi professionale o entrambe?

A novembre 2019, dopo averci pensato molto molto a lungo, lascio la società.

A febbraio 2020 avevo diversi progetti e clienti in ballo. Collaborazioni importanti con il WWF, villaggi turistici, teatri e poi…pandemia canaglia!

E’ stata davvero dura. Perdere tutti i lavori, uno dietro l’altro. Non percepire più entrate. Essere completamente allo sbaraglio dopo 12 anni di costante lavoro in ufficio.

Piano piano, con tenacia, voglia di fare e tanta forza di volontà ho iniziato a ricostruirmi. Ho avviato le collaborazioni che potete vedere sul sito. Ho studiato e acquisito nuove skills e sono andata avanti.

Nell’estate 2021 una malattia terribile mi costringe su un letto per quattro mesi, da luglio a novembre. La vita è strana non trovate? Anche durante la malattia è stata dura ma ho cercato di rimanere aperta alla vita e attenta a me stessa, ho cercato la forza di volontà.

La creatività mi ha salvata. Mi salva sempre. La spinta a creare, la spinta a costruire cose belle.

Nelle cinque leggende Babbo Natale dice a Jack Frost :

Grandi occhi, molto grandi perché sono pieni di meraviglia. Quello è il il mio centro, perché è così che sono nato, con occhi che hanno sempre percepito la meraviglia in ogni cosa; occhi che vedono luci negli alberi e magia nell’aria; questa meraviglia è ciò che io porto nel mondo ed è quello che proteggo nei bambini e ciò che fa di me un guardiano. È il mio centro. Qual è il tuo?

dal film le cinque leggende

Ecco, io mi sento come Babbo Natale, con gli occhi pieni di arte, di creatività, ed è questo che voglio portare nel mondo. E’ questo il mio centro.

E così durante la malattia ho dato vita a un copione teatrale, a una serie di illustrazioni, ho studiato, letto, giocato e meditato.

illustrazioni oroginali a cura di @mokocharacters

Pandemia canaglia. Sars Covid 19

Il Sars covid 19 mi ha sorpreso in un “non di certo pigro” martedì pomeriggio. Il tutto mentre mia nonna stava morendo. Curiosa la vita anche in questo episodio non trovate?

Fortunatamente non sono finita in ospedale attaccata a un respiratore. Era la mia paura più grande legata a questa malattia del millennio.

Non so cosa dire in merito alla malattia in sé…se ne sono sentite talmente tante. Complottismi e terrorismo, morti e semplici influenze. Una malattia pazza come pazzo è il mondo in cui viviamo.

Il complottismo è esagerato? magari sì. Minimizzare è sbagliato? magari sì.

Secondo me quello che stiamo accettando come uomini ormai da secoli ha portato alle conseguenze di oggi. Non è solo la pandemia, è tutto. Non voglio semplificare per carità, è solo un articolo che parla da un punto di vista personale, e fondamentalmente, parla di resilienza.

illustrazioni oroginali a cura di @mokocharacters

Conclusioni

Il virus Sars Covid 19 ci ha ricordato che siamo esseri viventi come tutti gli altri. Che come ogni essere vivente sei soggetto ai cambiamenti che l’ambiente ti impone.

Continuiamo a sentirci superiori a tutte le altre cose e forme di vita presenti nel pianeta. Continuiamo a sentirci distaccati nei confronti di un mondo che ci vuole sensibili.

Ma del resto se 50 senatori a Washington si rifiutano anche solo di mettere la legge sul controllo delle armi al voto, come possiamo pensare che le cose andranno migliorando. Continueranno a morire bambini innocenti delle scuole elementari per far arricchire qualcuno.

La mia storia però parla di resilienza. Di cercare sempre di fare del proprio meglio con la propria vita. Anche se la vita è difficile, anche quando tutto fa schifo.

Non dico che non sia difficile e che a volte sembra proprio impossibile, ma non bisogna cedere.

Spero che questo articolo possa aiutare, chi, come me, sta passando o ha passato dei brutti momenti nella propria vita e nella propria carriera professionale.

Personalmente mi sono aiutata con alcune app libri e articoli che vi riporto di seguito:

×

 

Ciao!

Clicca sul contatto per aprire la chat WhatsApp

× Contattami